Quando la vita è un’avventura colorata.
Prof. Carlo FRANZA – giornalista – Critico d’Arte de “il Giornale”
Giorgio Fersini ci dà modo di vedere, nel suo recente lavoro, un calibrato interesseverso una pittura neofigurale e gli appartiene di diritto un posto significativo nella compagine dell’arte pugliese, in special modo salentina, in quella lingua di terra leccese che ha trovato pochissimi pittori attenti al nuovo.
L’artista si è guardato attorno per trovare gli appunti e gli spunti più sinceri per la sua poetica, per organizzare la propria pittura, i propri colori e lo scatto fatale.
L’uomo e l’ambiente, una geografia del paesaggio, un taglio e uno scorcio che recuperano il vissuto, le emozioni, una sensibilità creativa che non tutti posseggono: tuttociò si fa sollecitazione di un lavoro complesso che lo accompagna insieme all’umiltà del dipingere, grande dote che lo pone in sicuro vantaggio.
I paesaggi sembrano ritagliati in un colore pastoso, luminoso, acquistano un lirismo cartografato, fino a spegnersi in un silenzio assoluto, che incombe a segnale di una presenza apparente.
Non ci sono copiature né fotocopiature, c’è un paesaggio unico, marino e non, un campo ritagliato di fiori e di verde, acceso di gialli, di verdi e di azzurri, che civettano di punte fosforescenti, di una luce preziosa che trascolora. Taglio e racconto mettono in luce la verità dell’immagine e la storia quotidiana, l’attimo, tutto interpretato senza esitazione in un particolare.
Il colore, che generalmente è solare, cresce tra tenebre e bagliori, dilatandosi.
La luce che esso determina è solidale con la sostanza che muove la pittura. Verità come poesia e significato della pittura caratterizzano ormai da anni il lavoro silenzioso di Giorgio Fersini, un periodare pittorico che ha resistito alle intemperie dell’arte recente minacciata da un fare tremendamente vincolato dalla ricerca.
In realtà, il lavoro del pittore si è avviato da tempo sull’immagine, sul paesaggio rintracciato e ripreso nella sua poetica.
Ecco oggi tutto il lavoro recente, segnato anche da un sentore neoromantico. Ha scritto un grande drammaturgo come Rosso di San Secondo che la vita è un’avventura colorata e ciò è vero se si pensa alla raffinatezza e all’equilibrio formale delle opere di Fersini, con il suo umanesimo sospeso tra il romantico ed il vitalistico aperto a verifiche e ad acquisizioni disparate. Non è facile oggi operare sul paesaggio e sul paesaggio
colorato dopo tutte le avventure compiute dal realismo esistenziale, e non solo, fino all’informale.
La sua pittura partecipa di caratteri emblematici, scossi da passione, parlano un linguaggio liricheggiante, si dichiarano aperti ad una fresca lievitazione di toni e colori.
Le tecniche impiegate, l’olio per lo più, esprimono non solo il senso profondo del suo fare arte, ma danno anche la misura della portata della sua poetica della scena. Nasce da qui un significato anche di scelta e di angolazione del soggetto dipinto, che trova in Fersini un esperto del linguaggio pittorico e storiografico, certamente sicuro delle conoscenze relative alla pittura delle scuole regionali di fine Ottocento.
Incanta il tonalismo dei suoi colori impreziosito da un cromatismo che lo purifica e lo imbeve di luce interna, filtrandolo nella memoria con pacati sentimenti.
Giorgio Fersini ha mirato alla filtrata luce rappresa su paesaggi, cose e figure, ottenendo una trasfigurazione della realtà, scavando oltre le apparenze, dove l’aria è sensibile, e che occorre attraversare, come diceva Van Gogh, per attingere alla realtà vera e permanente.
Una pittura, quindi, coltivata e moderna quella del nostro pittore, che va considerata a pieno titolo voce autentica e genuina dell’arte di oggi.